Greco

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Zeus, Alcmena e Anfitrione

Autore

Pseudo Apollodoro

Libro

γραφίς

La versione inizia con:

Πρὸ τοῦ δὲ Ἀμφιτρύωνα παραγενέσθαι εἰς Θήβας…

La versione termina con:

…ὡς Ἰφικλῆς ἐξ αὐτοῦ γεγέννηται

Traduzione

Prima che Anfitrione giungesse a Tebe, Zeus, essendo giunto durante la notte e avendola fatta durare il triplo (letteralmente avendo triplicato una sola notte), dopo essere diventato identico ad Anfitrione, giacque insieme ad Alcmena e (le) raccontò le vicende a proposito dei Teleboi.

Anfitrione, dopo essere giunto, poiché non vedeva la sposa rivolgersi a lui con affetto, chiedeva il motivo; avendo (quella) risposto che la notte precedente, dopo essere tornato, aveva dormito insieme a lei, seppe da Tiresia che c’era stata un’unione con Zeus.

Alcmena generò due ragazzi, a Zeus Eracle, maggiore di una sola notte, ad Anfitrione invece Ificle.

Quando il bambino1 aveva otto mesi, Era mandò presso la culla due enormi serpenti, poiché voleva che il neonato venisse ucciso.

Mentre Alcmena chiamava a gran voce Anfitrione, Eracle, dopo essersi alzato, li uccise strangolandoli con l’una e l’altra mano.

Ferecide dice che Anfitrione, volendo sapere quale dei due ragazzi fosse suo, gettò nella culla i serpenti e, poiché Ificle fuggì, mentre invece Eracle rimase, seppe che Ificle era nato da lui.

1 Si riferisce a Eracle.